Calcio OVER 40 BALDESIO, una bella avventura al Summer Festival di Frodsham in Inghilterra.

CRONACA DI UNA TRASFERTA OLTREMANICA

Dal 7 al 9 Luglio la nostra Squadra Over 40 di calcio aveva in programma la sua prima trasferta internazionale. Non poteva quindi esserci meta migliore del Paese che ha inventato al gioco più bello del mondo : la Perfida Albione. Più precisamente Frodsham, piccola cittadina situata tra Liverpool e Manchester, certamente più famosa per aver dato i natali a Daniel Craig che per il torneo Veterani da essa annualmente ospitato. Questa è la cronaca di quanto, birre permettendo, ricordo sia accaduto nelle fantastiche due giornate e mezza trascorse insieme alla squadra.

VENERDI’ 7 LUGLIO

Ritrovo fissato alle 07,15 davanti alla Balde. La perfetta organizzazione del nostro impeccabile Team Manager Vigo viene subito messa alla prova dal ritardatario Tolo. Il Principe del Foro, esponendosi al tentativo di linciaggio da parte dei presenti, già imbufaliti per la sveglia anticipata, rischia che lo stimabile appellativo possa estendersi anche ad una sua precisa e poco nobile parte anatomica. Sedata la rissa, si parte in direzione Orio al Serio. La tensione è palpabile ma il morale è alto. Arrivo in aeroporto in perfetto orario. Strizzati nelle nostre tenute sociali, con l’andatura volutamente dinoccolata e trolley d’ordinanza al seguito, qualcuno anche con cuffie audio dimensioni parabola di Sky, ce la tiriamo da vera squadra di calcio professionistica, per quanto attempata, in partenza suscitando l’interesse e la curiosità dei presenti. Qualche noto maniaco si cala a tal punto nella parte da giocarsi la carta del calciatore in trasferta per abbordare hostess, passeggere e steward. Altri ricercano improbabili selfie con estemporanei tifosi, peraltro altrettanto improbabili.

Check in on-line per tutti, eccezion fatta per il povero Lothar a cui viene assegnato il borsone dell’equipaggiamento e costretto quindi al tradizionale imbarco con relativa coda. Il motivo di tanto accanimento e del perché tale incombenza sia toccata proprio a lui, non sarà mai dato a sapere. Vigo custodisce il segreto con più rigore del terzo segreto di Fatima. A distanza di giorni, pare che il nostro forte difensore sia ancora perseguitato da terribili incubi notturni durante i quali viene obbligato da Vigo a trascinare il pesantissimo borsone per tutti gli aeroporti del mondo, da Dallas a Shangai. Al logo sociale impresso sulla sacca, si sostituisce il ghigno del nostro Team Manager che si alterna a quello di Satana.

L’atterraggio a Liverpool, sia pure low-cost come direbbe qualcuno, è in orario perfetto ed alle 14,00 raggiungiamo l’albergo Best Western di Frodsham, isolato nel cuore di un dolce paesaggio collinare inglese. L’ordine di assegnazione delle camere predefinito viene puntualmente sconvolto dalle richieste più bizzarre. Tufo vocifera di stravaganti abitudini sessuali attribuite ad alcuni giocatori e da lui scoperte frequentando le docce all’aperto. Nel dubbio, i sospettati vengono scaricati all’istante dai compagni di stanza. Le gentili receptionist inglesi vanno in tilt e per qualche minuto anche loro vengono incluse nella lista e virtualmente accoppiate con alcuni degli occupanti le camere, destando la felicità di molti. La confusione regna sovrana per circa un’ora. Alla fine, nonostante il semplicissimo calcolo di 16 persone in otto doppie già prenotate, l’algoritmo generato da quel caos porterà Zanna, Bimbo e Tolo a dormire insieme mentre Cigo riposerà in una doppia da solo. Intorno alle 17,00, le operazioni di sistemazione nelle camere vengono finalmente completate e con

due taxi da otto posti raggiungiamo il centro di Liverpool, distante un trentina di chilometri dall’albergo. Osservando gli autisti dei nostri taxi notiamo che la tanto celebrata lotta britannica all’abuso di alcool al volante deve aver subito qualche battuta d’arresto, almeno a Liverpool. Abbiamo comunque modo di visitare i principali luoghi d’interesse della città e di entrare in contatto con un ambiente in pieno delirio da Friday Night. Già alle 19,30 i pub sono pieni di uomini e donne di ogni età in stato fortemente “euforico” che, ballando come dervisci, cantando cori da stadio, taluni ostentando anche enormi falli gonfiabili , si spostano in processioni dionisiache da un locale all’altro. Dopo un paio di ore avvistiamo le prime vittime della serata. Il livello alcolico è così elevato e diffuso che non distinguiamo chiaramente quali siano le persone soccorse dai soccorritori. Il pensiero che la mattina successiva ci aspetta un’altra levataccia, seguita da una intensa giornata di calcio, c’induce a rientrare. Mai decisione fu più saggia visto che entrambi i taxi si perdono nella campagna inglese, trasformando un normale trasferimento di 40/50 minuti in una estenuante odissea di circa due ore. L’unico netturbino al lavoro della Contea alla fine riesce ad indicare ai tassisti la giusta direzione e viene nominato sul campo Socio Onorario della Baldesio. A parziale scusante degli autisti il fatto che erano sobri. Dopo il bollettino meteo del giorno successivo, diramato con sicurezza da Cigo (pioggia a dirotto e tre gradi di minima), finalmente andiamo a dormire.

SABATO 8 LUGLIO

La giornata inizia presto per l’Over 40. In classico stile british, nella sala colazione dell’albergo, ci attende una specie di bengodi alimentare con ogni genere di cibarie e bevande.

Improvvisamente tutti ricordiamo che “la colazione è il pasto più importante della giornata”, anche chi, di norma, alla mattina beve un solo caffè per giunta ristretto. Nonostante il guru nutrizionista Biagio, come il dissidente cinese di fronte al carro armato in Tienanmen, cerchi di fermare il cameriere che porta le uova strapazzate, ognuno rispetta il comandamento.

Forti delle indicazioni fornite la sera precedente dal nostro portierone molti di noi si presentano a colazione con felpe, tute e giacche a vento. Basta uno sguardo fuori per capire che la giornata è invece splendida : cielo terso, sole ed almeno 20 gradi.

Cigo, per la prima volta in vita sua in chiara difficoltà dialettica, accenna una balbettante difesa sostenendo che in Inghilterra il tempo è molto variabile “in particolare sulla costa atlantica”. Solo i suoi allenati riflessi da giaguaro gli permettono di schivare le numerose porzioni di porridge, bacon e salsicce scagliate al suo indirizzo. Le cibarie vengono comunque intercettate, recuperate e divorate da Montaz.

Il via del torneo è stabilito per le 10. Dopo aver fissato convenzionalmente la distanza del campo dall’albergo pari a Km. 4, vista la palese e generale difficoltà di convertire le miglia in chilometri, inizia un forum su come raggiungerlo. Il consesso coinvolge anche i camerieri dell’albergo, il bagnino della piscina e alcuni invitati ad un matrimonio in arrivo dalla Scozia. Alla fine la maggioranza della squadra opta per raggiungere la sede del torneo

a piedi, utilizzando il tragitto come riscaldamento pre-partita. Per calcolare i tempi ed individuare il percorso migliore vengono impiegati smartphone con specifiche App che misurano anche l’attrito generato dal vento sulla capigliatura (funzione non disponibile per Ago), orologi con GPS incorporati che insultano chi sbaglia strada, cartine geografiche di ogni tipo. Compare persino una mappa, sottratta ad un soldato tedesco in ritirata dal nonno partigiano di Gallo, elaborata dalla Wehrmacht nel 1940 in previsione dello sbarco in Inghilterra delle truppe naziste.

Alla fine si parte, prendendo a destra. Il giorno dopo scopriremo che, prendendo a sinistra, un agevole sentiero nel bosco avrebbe dimezzato il tragitto. Il buonumore è comunque in tutti noi ma la tensione sale. C’è il torneo da giocare.

Raggiunto il campo montiamo il gazebo, per l’occasione addobbato con gagliardetto sociale e bandiera tricolore, issata sulle note dell’inno nazionale cantato a squarciagola dalla squadra. La tenda fungerà da punto di ritrovo per il team.

La formula del Torneo è alquanto astrusa e nessuno è in grado di decifrarla. Arriviamo alla conclusione che Donato, in combutta con la UISP di Cremona, ha fornito, dopo una serata alla Piccola, il suo contributo di pensiero agli organizzatori di Frodsham che, purtroppo, l’hanno recepito.

Capiamo soltanto che, per accedere ai quarti di finale, dobbiamo arrivare almeno secondi nel nostro girone da quattro. E così sarà. Pareggiando due partite e vincendone una accediamo ai quarti di finale. Nel corso delle tre partite da segnalare un Cappe in gran spolvero ed autore di una tripletta, Capitan Zanotti ritrovato leader

della difesa (Zanna ripensaci: il chiodo per le tue scarpe da calcio devono ancora fonderlo) ed un eurogoal di Paul Star.

Le partite durano “solo” 25 minuti ciascuna ma il ritmo tipicamente britannico imposto costantemente da tutti gli avversari, il forte caldo, una rosa non ampissima, decimata anche da qualche infortunio, fanno sì che ci si presenti in condizioni veramente precarie allo scontro diretto contro una squadra gallese. Da notare, infine che il Torneo era aperto anche agli Over 35 molto numerosi tra le fila gallesi, mentre, nella nostra squadra viceversa, abbondavano gli Over 50. In preda alla stanchezza, frastornato dal sole e complice qualche birra che comincia a circolare, qualcuno giura di vedere nella squadra avversaria, simili a miraggi, anche un paio di Under 21.

Pur al cospetto di una squadra oggettivamente più giovane e fresca, lottiamo con tutte le nostre energie residue e non sfiguriamo, anche grazie ad alcune strepitose parate di Peppo. Perdiamo infatti con un solo goal di scarto, incassato per altro in modo fortuito, quando già pensavamo di buttare la palla nella vicinissima autostrada M26 ed accedere così ai rigori. Qualcuno dei nostri più tardi confesserà “Meglio così, non avrei avuto le forze per giocarne un’altra”. Gli avversari alla fine del match ci rendono l’onore delle armi, regalandoci la maglia del loro club a testimonianza di quanto ci abbiano rispettato in campo e fuori. I Britannici questi gesti li riservano solo a chi ha combattuto lealmente e fino alla fine.

Con la premiazione si conclude un torneo caratterizzato da un ottimo livello tecnico, da sano agonismo e, soprattutto, da lealtà e correttezza neanche immaginabili su di un campo italiano. Basti

pensare che non sapremo mai se gli arbitri avessero o meno i cartellini al seguito.

Tornati in albergo, questa volta in taxi, si decide di concludere la giornata a Chester, elegante città di medie dimensioni ubicata non lontano da Frodsham. Cena di squadra in un bellissimo ristorante brasiliano. A Chester non poteva essere diversamente, dato che a Rio de Janeiro è già stato deciso che andremo all’Irish Pub. Poi passeggiata defaticante nel centro della città dove ritroviamo le stesse caratteristiche della movida di Liverpool, anche se in versione più raffinata. Clamorosamente smentito chi aveva profetizzato “Stasera non troviamo nessuno: livelli alcolici così alti per due sere consecutive non si riescono a mantenere” Non è dato a sapere ciò che succede la Domenica.

La stanchezza presto prevale su tutti e, abbastanza presto, si torna in Albergo. I tassisti stavolta non si perdono e Cigo, riportando un presunto malfunzionamento allo smartphone, prudentemente non fornisce previsioni meteo.

DOMENICA 9 LUGLIO

Dopo mezza mattinata spesa per decidere che fare, si decide di spendere l’altra metà a Frodsham, in attesa del bus che nel pomeriggio ci avrebbe portato all’aeroporto di Manchester. Qualcuno si organizza per una passeggiata defaticante nei boschi, altri optano per il pub all’aperto dove si gustano le ultime birre della trasferta.

Alle 18,00 decolliamo e alle 23,00 siamo di fronte alla Balde, segnati dal sole come se fossimo di ritorno dalle Mauritius e non dal nord dell’Inghilterra. Pare che a casa qualcuno abbia avuto il suo bel da fare per convincere la moglie del fatto che era stato realmente a Liverpool.

Abbracci e pacche sulle spalle suggellano la fine del primo impegno internazionale dell’Over 40 e lo scioglimento della comitiva. Qualche lacrima furtiva, non sappiamo se di gioia o tristezza, segna il volto di Lothar nel momento in cui si separa dal borsone.

Ringraziamenti speciali a Vigo per l’organizzazione, a Soldo per il fantastico reportage fotografico, a Ivan per la copertura giornalistica, a Biagio per l’importantissima assistenza medica ed il frustrante (per lui) controllo dietetico.

Che dire : un fantastico fine settimana di calcio ed amicizia. Il posto sull’aereo di ritorno, scaramanticamente riservato alla Coppa da Vigo, è restato desolatamente vuoto. Poco importa. Ciò che conta è che gli altri siano stati occupati da attempati fratelli che ancora hanno voglia di stare insieme e correre dietro un pallone con lo stesso spirito di quando erano ragazzini, tutti indossando con fierezza, lealtà ed onore la stessa casacca a strisce biancazzurre.

Lorenzo Tavella “Bimbo”